In un amore felice by Guido. Ceronetti

In un amore felice by Guido. Ceronetti

autore:Guido. Ceronetti [Ceronetti, Guido.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788845925771
Google: G-7ztgAACAAJ
Amazon: 8845925773
editore: Adelphi
pubblicato: 2011-10-15T00:00:00+00:00


28

« È vero, caro; è bello non sentirsi soli, ma noi, noi non lo siamo mai. Siamo affini come nature contemplative, eppure da che ti ho incontrato, e certo stavi meglio... momenti di requie dai “fatti”, dalla gente, li contiamo su tre dita... neppure le costellazioni ci lasciano in pace, intere nazioni, greggi degli spazi... ».

«Contate anche su di me! » vuole rassicurarli con grande affermatività Giusepponi, mentre li riporta col loro bagaglio dalla caserma a casa. « Mi siete simpatici... Ma che rumore fanno, le costellazioni?».

« Somiglia a quello dei telai a mano, su per la salita di Sant’Onofrio, in Trastevere... ».

Una piccola folla di telegrammi, nella buca, ma nessun lampo al magnesio a due gambe presso il portone, li attendono. Appena in casa, però, una trafittura d’angoscia: squillo di telefono, con remota respirazione muta. LORO? « Contiamo fino al prossimo... » dice Aris per ravvivarsi. «Uno, due, tre, quattro, cinque... ». Arrivato a settanta, nuovo squillo! Stavolta, rassicurante: è Bétancourt, ignora che sulla loro testa oscilli il pendolo del rapimento. Aris lo informa sommariamente. «Non rimanete soli con quel coltello di angoscia e di stress, vediamoci tra un’ora all’Antica Beccheria... Perfino l’“Economist” vi ha dedicato quattro pagine, ve lo portiamo! In copertina ci siete voi stravolti, mentre state entrando al Marrano, con Saragàt ubriaco alle spalle! Mezzo mondo vi conosce... Arrivate col poliziotto, munitelo di idrante! ».

« Per me va bene incontrarli » gli fa cenno Ada. «Mi faccio una doccia. Anche tu?».

«La detesto! Ma... se tu sarai... se tu sarai... assente... andrò ai Bagni Pubblici Wagner, ci sono dei begli infissi, ragazze carine...» dice, spogliandola, con un sorriso che vorrebbe essere allegro.

«M’insaponi tu?». Lo scroscio della cascata calda non gli fa udire un altro squillo. Ce ne saranno ancora; non risponderanno. « Se ci spiano, mi avranno già vista nuda, non sarò più una novità per le loro... esplorazioni... ».

In situazioni estreme, senza uscita, la battuta di spirito è per noi, umanoidi dubbiosamente umanizzati, il segno di vittoria d’indice e medio della mente precipitante, uno scongiuro irato della parola al destino avverso, connotazione dei gloriosi. Il vecchio morde la spalla nuda bagnata mischiando acqua, saliva e lacrime di passione disperata. Nel calore dell’accappatoio Ada indugerà a lungo, come volesse così prolungare un addio. Il telefono sembra essersi stancato di graffiarli di squilli stolti.

All’Antica Beccheria li attendono in diciotto o venti, in tavoli ravvicinati, dopo che il samurai Giusepponi ha disperso a colpi di scimitarra paparazzi, corrispondenti, inviati, aggrovigliati all’entrata. Bétancourt si scusa: «Sono tutti amici nostri... li conosco... stasera non riusciamo a restare soli... ». Ma data la circostanza, quel piccolo bagno di folla non dispiace né a lei né ad Aris, rete di mani al di sotto dei due funamboli sul cavo teso.

«Scrive l’“Economist” che l’evento di cui siete al centro farà cadere certamente il governo di Roma! Sull’onda lunga... ».

«Non occorre che lo spinga un UFO, è sempre sull’orlo di cadere! ».

«A Torino avete avuto l’incontro? ». Da chiunque venga la molesta domanda, molti sono gli sconosciuti, non avrà risposta.



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